Cos'è la sindrome dell'intestino irritabile?
La sindrome dell’intestino irritabile (IBS, dall’inglese Irritable Bowel Syndrome), conosciuta anche come colon irritabile, si definisce come un disordine cronico a carico di colon e intestino tenue, caratterizzata da dolore e gonfiore addominale e da un’alterazione dell’alvo, sia in termini di frequenza di evacuazione, sia come alterazione della consistenza delle feci. La sindrome colpisce circa il 10-15% degli individui adulti, in prevalenza di sesso femminile, con una maggiore incidenza dai 20 ai 50 anni.
Le cause dell'IBS
Le cause dell’intestino irritabile non sono completamente note e, spesso, anche nello stesso individuo non è riconoscibile una sola causa. Tra le principali troviamo:- stress
- alimentazione squilibrata
- assunzione regolare di farmaci e antibiotici
- intolleranze alimentari
- disbiosi intestinale
Tra tutte le cause però quella che riveste un ruolo chiave nella genesi della problematica è l’alterazione della permeabilità intestinale, con conseguente penetrazione di sostanze e microorganismi che avrebbero dovuto essere bloccati dalla mucosa intestinale. La conseguenza di questo passaggio è l’attivazione di una risposta immunitaria di difesa da parte dell’organismo, con conseguente risposta infiammatoria di lieve e sensibilizzazione delle terminazioni nervose intestinali (da qui i sintomi dell’IBS).
Come si manifesta? I sintomi
I sintomi variano da persona a persona e possono causare episodi che ricorrono ad intervalli irregolari. In particolare i sintomi più comuni dell’intestino irritabile sono:- Dolore addominale alleviato dall’evacuazione
- Diarrea o stitichezza, anche alternata
- Meteorismo o flatulenza eccessiva
- Presenza di muco nelle feci
- Stanchezza e mancanza di energia
- Nausea
- Problemi ad urinare ed incontinenza fecale
Per poter accertare che si tratti di sindrome del colon irritabile è necessario che almeno tre di tali sintomi si manifestino per 6-9 mesi. L’aspetto diagnostico compete comunque al medico che valuterà caso per caso, anche per poter indagare le cause del disturbo che abbiamo visto essere molteplici e varie.
Dieta e alimentazione per l'intestino irritabile
La dieta del colon irritabile deve limitare o eliminare gli alimenti che peggiorano i sintomi. Si consiglia normalmente di procedere con la cosiddetta dieta FODMAP, un regime alimentare che prevede l’esclusione di quei cibi che provocano fermentazione e di conseguenza gonfiore addominale. Questi alimenti (chiamati appunto FODMAP) contengono alte concentrazioni di lattosio, fruttosio, fruttani, galattani e polioli, caratterizzati da un indice di fermentabilità molto alto.
Quindi cosa evitare in caso di colon irritabile?
- Fibra insolubile: normalmente presente nei cereali integrali, in caso di IBS può causare o peggiorare la diarrea. Prediligere alimenti con fibra solubile, quali avena e orzo, ortaggi come carota e pastinaca, frutta a bacche, e legumi come i piselli.
- Glutine: molte persone con IBS sono anche intolleranti al glutine. Alcuni studi hanno dimostrato che la sensibilità al glutine può essere coinvolta nello sviluppo dei sintomi dell’IBS per alcune persone e che le diete prive di glutine possono migliorare questi sintomi.
- Latticini: il latte e i latticini freschi come la ricotta e lo yogurt presentano lo zucchero del lattosio ad alto contenuto di FODMAP e dovranno essere totalmente eliminati. Consumare formaggi ad alta stagionatura.
- Cibi fritti: l’alto contenuto di grassi, rende questi alimenti di difficile digestione per chi soffre di IBS.
- Legumi e frutta secca: fagioli, lenticchie, ceci e fave sono ad alto contenuto di FODMAP e vanno eliminati. Essendo un’ottima fonte di proteine, possiamo inserirli saltuariamente in forma decorticata.
- Bevande contenenti caffeina: hanno un effetto stimolante sull'intestino che può causare diarrea.
- Dolcificanti senza zucchero: i dolcificanti noti anche come alcoli dello zucchero o polioli, sono difficili da assorbire a livello intestinale in chi soffre di IBS.
- Alcol: fattore scatenante per chi soffre di IBS. Da escludere completamente dall’alimentazione.
- Broccoli e cavolfiori: una volta scomposti, possono provocare fermentazione e un aumento del gas intestinale
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